Cronaca

Imprenditore denunciato per omicidio colposo dopo la morte di un operaio

Tre denunce mosse dai carabinieri di Ramacca a carico di tre persone coinvolte nella morte, avvenuta lunedì, del 60enne Mimmo Tartaro, caduto dal tetto di un’abitazione. L’uomo è deceduto dopo tre giorni di agonia e per l’imprenditore edile per il quale lavorava è scattata la denuncia per omicidio colposo.

Venerdì mattina, Mimmo Tartaro è uscito di casa per andare a svolgere lavori relativi al rifacimento di un tetto in via SS Crocifisso. L’intervento era stato affidato a un imprenditore ramacchese di 46 anni, per il quale l’uomo lavorava. Durante i lavori, il 60enne è caduto da un’altezza di circa tre metri e ha battuto la testa. È stato dunque trasportato al Pte (Presidio Territoriale di Emergenza) di Ramacca e, da lì, constatata la gravità dell’emergenza, è stato richiesto il trasferimento in elisoccorso presso l’ospedale Cannizzaro di Catania. L’operaio è stato dunque trasportato in ambulanza nello spiazzo dell’isola ecologica, dov’è atterrato l’elicottero che lo ha trasferito al Cannizzaro. Arrivato in ospedale in gravissime condizioni, dovute a un trauma cranico, Mimmo Tartaro è entrato in codice rosso ed è stato collocato in Rianimazione con prognosi riservata. Nonostante la necessità di un delicato intervento chirurgico, occorsa a causa dei diversi traumi riportati, l’uomo è morto lunedì.

Durante un primo accertamento svolto dai carabinieri, l’imprenditore edile di 46 anni, cui erano stati affidati i lavori di rifacimento del tetto, ha mentito sulla natura dell’incidente, favorito anche dall’aiuto di un suo dipendente di 36 anni. Quest’ultimo, infatti, come verificato dai carabinieri anche attraverso l’esame di alcune immagini ottenute dal sistema di videosorveglianza della zona, ha lavato le tracce di sangue presenti nel cantiere, per garantire copertura al proprio datore di lavoro ed eludere così le indagini dell’Arma. L’imprenditore ha inizialmente riferito ai carabinieri che l’incidente era avvenuto in un’abitazione privata di Mineo, dove lui stesso era al lavoro per conto proprio per sistemare un’antenna. Tartaro gli avrebbe soltanto dato un mano a titolo personale, cadendo accidentalmente dal tetto. L’approfondimento eseguito dai carabinieri ha però smentito questa versione dei fatti, scoprendo che l’uomo stava lavorando a nero in un cantiere edile di Ramacca e in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro.

Il cantiere, nel quale sono in corso ulteriori rilievi, è stato dunque sottoposto a sequestro. L’imprenditore è stato denunciato per omicidio colposo; il suo dipendente 36enne per favoreggiamento personale e, infine, un terzo atto di denuncia è stato presentato nei confronti di un uomo di 82 anni, per responsabilità penale a carico del committente dei lavori.  

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