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FOTO DI Vincenzo Scilletta
Domenica mattina si è svolta nel parco archeologico un’iniziativa rivolta a tutta la cittadinanza e organizzata di concerto tra l’associazione socio-culturale Damuni versu, l’associazione culturale Archeorama e il Comune di Ramacca. Si è trattato di un appuntamento aperto a tutta la cittadinanza e finalizzato a svolgere un doppio scopo: ripulire alcune aree del parco inquinate dai rifiuti, e quindi sensibilizzare al rispetto dell’ambiente e dei beni pubblici; e, in secondo luogo, scoprire i tesori storici e archeologici che il territorio della Montagna di Ramacca conserva.
L’iniziativa, dal titolo “ Dialoghi di archeologia”, è stata promossa dall’associazione Archeorama, nel cui ambito si è inserito il progetto dell’associzione Damuni versu, intitolato “Alla scoperta di Ramacca” e consistente in una serie di diversi appuntamenti finalizzati alla valorizzazione e conoscenza del territorio di Ramacca. Uno di questi appuntamenti ha dunque collimato perfettamente con l’attività organizzata da Archeorama, con il patrocinio dell’Ente locale. Il Comune peraltro è gestito da un commissario straordinario, Domenico Targia, che è architetto e direttore del Parco archeologico di Tindari. Insieme a lui, anche un altro archeologo, il dottore Piero Coppolino.
Durante la prima parte dell’incontro, che si è svolto nello spazio di mezza giornata, a partire dalle 9, i partecipanti hanno raccolto i rifiuti nell’area primaria del parco, quella di accoglienza. Dopodiché, il fulcro dell’iniziativa è consistito in una visita guidata presso alcuni punti del sito archeologico: la necropoli ovest e poi le aree in cui sono presenti i resti di antichissime abitazioni (costruzioni risalenti ai Romani). Infine, si è proceduto a ripulire alcuni tratti dei sentieri del parco.
L’incontro si è svolto nel pieno del rispetto delle norme contro il Covid. La scoperta di quanto è presente nel Parco archeologico di Ramacca, bene fin troppo prezioso per non essere apprezzato e valorizzato, non può difatti che giovare a chiunque vi prenda parte, e questo per due motivi. Il primo riguarda l’incessante bisogno di cultura e di umanizzazione; il secondo è semplice: non si dà presente senza la conoscenza del passato.