CONDOTTE E TERRENI DISTRUTTI DALLE ALLUVIONI. LA SICILIA PERDE OLTRE 400 MILIONI DI EURO DEL PNRR PER PROGETTI CHE DOVEVANO PROVVEDERE ALL’AMMODERNAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE IRRIGUE. LA COLPA? «DOBBIAMO CONOSCERE EVENTUALI ERRORI TECNICI»
A mettere ancora di più in moto l’azione del Comitato spontaneo degli agricoltori della Piana di Catania sono due fatti recenti: il rigetto dei 31 progetti inerenti al Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e i danni emersi dopo le ultime alluvioni. Tutto questo si somma alle problematiche contro cui il Comitato lotta ufficialmente da quasi tre mesi.
Facciamo un passo indietro. Verso la fine di agosto, gli agricoltori della Piana di Catania si sono riuniti e hanno istituito un comitato per far fronte comune contro i diversi mali che affliggono il cuore pulsante dell’agricoltura etnea. Le problematiche più urgenti contro cui il comitato ha cominciato a protestare sono la modifica dell’articolo 1 delle Norme transitorie del “Regolamento per la utilizzazione delle acque a scopo irriguo nel comprensorio” del Consorzio di bonifica n. 9, di Catania, e la dispersione idrica, risolvibile con la sistemazione delle condotte e la corretta gestione delle dighe.
Per entrare brevemente nello specifico, in merito al primo punto il Comitato ha dichiarato che si batterà per fare in modo che l’articolo uno del Regolamento non preveda più il pagamento dell’intero tributo per le cessione dell’acqua anche qualora questa sia stata impiegata in modo solo parziale. Il comitato chiede di pagare non a turno ma per consumo effettivo della risorsa. In merito al secondo punto, invece, il Comitato mira a rilevare le cause che nel corso degli anni hanno fatto in modo che si arrivasse all’attuale situazione drammatica, e dunque individuare le scelte prese a livello gestionale da parte degli enti interessati e del Consorzio. A tal proposito, la diga di Pozzillo risulta per esempio carente di circa trenta milioni di metri cubi di acqua, a causa di una ridotta capacità di contenimento provocata dalla presenza di fango sul fondale.
Un quadro già drammatico, dunque, e che si è aggravato ulteriormente con le conseguenze delle ultime alluvioni e, soprattutto, dopo che i 31 progetti siciliani presentati dall’Assessorato dell’Agricoltura sono stati bocciati dal Ministero delle politiche agricole e quindi rispediti al mittente. I progetti, da finanziare con il malloppo del Pnrr, riguardavano infatti l’ammodernamento e la messa in sicurezza delle infrastrutture irrigue. Solo al Consorzio di bonifica di Catania ne sono stati bocciati 5, e il motivo è che queste progettualità non hanno rispettato i 23 criteri previsti per l’ammissione al finanziamento. I progetti possono essere respinti anche se non si riscontra la conformità a uno solo dei criteri in questione. La Sicilia ha insomma perso qualcosa come più di 400 milioni di euro. «Il Comitato ha già inoltrato al relativo Consorzio una richiesta di accesso civico agli atti al fine di conoscere eventuali errori tecnici che hanno determinato la declaratoria di inammissibilità da parte del Mipaaf – scrivono i membri del direttivo del Comitato in un comunicato trasmesso agli organi di stampa – Qualora le motivazioni dell’esclusione di tali progetti dovessero essere collegate all’inadeguatezza dei nostri apparati burocratici, il Comitato dichiara, fin da subito, la volontà di agire legalmente, per ottenere il risarcimento dei danni subiti dagli agricoltori, nella consapevolezza che riuscire ad utilizzare i fondi del Pnrr per colmare decenni di abbandono del sistema idrico agricolo è un’occasione imperdibile alla quale è collegata la stessa sopravvivenza della nostra agricoltura. Nessun errore di incompetenza è accettabile, perché significherebbe trattare con leggerezza una questione di fondamentale importanza».
Dal lato delle istituzioni, il presidente della Regione, Nello Musumeci, si dice disposto a incontrare il comitato, mentre il commissario straordinario dei Consorzi per la Sicilia orientale, Francesco Nicodemo, ha incontrato alcuni esponenti del direttivo per discutere le modifiche che andrebbero apportate allo statuto, così come richiesto dai circa 1500 aderenti al comitato, tra agricoltori e commercianti. Inoltre, sono già in corso gli interventi di pulizia dei canali e le procedure per esonerare gli agricoltori da porzioni di contributi in conseguenza del periodo di siccità dell’estate appena trascorsa.
Le ultime alluvioni hanno poi dato il colpo di grazia alle aziende. Oltre a danneggiare le condotte idriche, hanno letteralmente sommerso le coltivazioni.
«Quando, chi ci governa, capirà che l’agricoltura è un settore fondamentale che va tutelato e non ignorato? – scrivono ancora i membri del comitato – Come, il governo regionale, pensa di risolvere il problema della bocciatura dei progetti che dovevano utilizzare i fondi del Pnrr? Quando verremo messi nelle condizioni di lavorare senza che un evento atmosferico annichilisca i nostri sacrifici perché manca la tutela del territorio?»
Domande, purtroppo ancora aperte. Intanto, i rappresentanti agricoli della Piana hanno ormai intrapreso un percorso dal cui sviluppo dipende la sopravvivenza di un’intera popolazione.