L’ISTITUTO DI RAMACCA E’ PROMOTORE INSIEME A UNA ONLUS DI ROMA ‘FIABA’ E ALLA ‘FONDAZIONE TEATRO PILASTRO’ DI UN IMPORTANTE PROGETTO VOLTO A SVILUPPARE E METTERE IN PRATICA METODOLOGIE PER LA DIDATTICA DELL’INCLUSIONE
Il convegno che si terrà il 29 novembre, dalle 15.30 alle 19, nel teatro Metropolitan di Catania, sancirà l’inizio del progetto “Empatia inclusa”, un importante percorso formativo di ricerca e formazione rivolto a dirigenti scolastici, insegnanti, educatori e ricercatori (categorie che comunque si completano a vicenda), mirato a fornire gli strumenti didattici ai partecipanti per l’ulteriore finalità di favorire l’inclusione in ogni sua forma. Il responsabile del progetto, di respiro nazionale, è il prof. Giovanni Savia, dell’Istituto comprensivo “O. G. De Cruyllas”, di Ramacca. Quest’ultimo, difatti, la onlus Fiaba, di Roma, e la Fondazione Terzo Pilastro, di Roma, sono gli organizzatori del convegno. Le iscrizioni al corso saranno aperte fino al 25 novembre (per accedere alla pagina dell’iscrizione clicca QUI e poi vai a ‘modulo dell’iscrizione’).
Tra Ramacca e Roma, si lavora per rendere la società un posto migliore, partendo proprio dall’educazione scolastica. E l’Ics “De Cruyllas”, diretto a partire da quest’anno dalla dirigente Graziella Diliberto, e da da anni attivo con diverse iniziative in questo fondamentale settore della formazione, ha un ruolo di primo piano nell’organizzazione del progetto. Non solo perché oltre 100 docenti aderiranno al corso, ma anche perché uno degli insegnanti, il professore Giovanni Savia, ne è direttamente responsabile. Savia e l’ex dirigente dell’Istituto ramacchese, Josephine Scavo, saranno tra i relatori del convegno di apertura.
“Empatia inclusa – La comunicazione empatica in ottica inclusiva (questo il titolo completo del progetto, clicca QUI per visionare il sito) si divide in tre fasi. La prima si apre proprio con il convegno iniziale, a cui seguiranno entro l’anno i moduli di formazione per i docenti. La seconda fase prevede dei laboratori e un lavoro di ricerca e azione sul campo. Infine, la fase conclusiva consisterà invece in un convegno finale, dove saranno discussi, valutati e pubblicati i risultati di un periodo di analisi e monitoraggio svolto nelle classi che hanno aderito al progetto, ossia della messa in pratica di diari di bordo, questionari ecc.
Il convegno inaugurale dell’iniziativa mira a rappresentare da differenti punti di vista le diversità, mettendo dunque in evidenza le tematiche dell’empatia, dell’intelligenza emotiva e della creatività, delle tecnologie, il tutto nell’ottica della nuova prospettiva della Progettazione Universale per l’Apprendimento. Dopo questo primo approccio, i docenti saranno impegnati per 50 ore con lo svolgimento teorico di quanto previsto nei 5 moduli formativi. I moduli hanno l’obiettivo di focalizzare l’attenzione formativa su aspetti di rilevante interesse per attivare le metodologie attive e l’innovazione didattica, contribuendo così alla trasformazione nel modo di fare educazione inclusiva. Una trasformazione della pratica didattica che si rende necessaria, naturalmente, perché cambia il contesto sociale nel quale si sviluppano nuove forme di diversità. Nel dettaglio, questi sono i nuclei tematici dei cinque moduli: Empatia e comunicazione efficace; Intelligenza emotiva e Intelligenze multiple; Creatività e pensiero divergente; Inclusione educativa, avanguardie educative e innovazione didattica; Universal Design for Learning-UDL. Inoltre, ogni modulo sarà curato da almeno un docente esperto sulla tematica proposta.
Nel secondo quadrimestre ci saranno invece tre laboratori, per un totale di 30 ore. Durante questo tempo saranno condivisi materiali e strumenti operativi concreti al fine di fornire nel complesso un bagaglio di strumentazione essenziale per trattare esperienze formative interculturali, accessibili e inclusive per tutti. Si provvederà quindi, come anticipato sopra, ad analisi e monitoraggio sull’applicazione nelle classi di riferimento partecipanti, adoperando le tecniche proprie di raccolta dati cui si accennava. Questa fase durerà tra 5 e 6 mesi.
A conclusione dell’anno scolastico si terrà il convegno finale, con lo scopo fondamentale di disseminare, nell’ambito della comunità educante, della formazione e della ricerca educativa, gli esiti e i risultati raggiunti con le tematiche, i materiali e gli strumenti proposti. Anche nel convegno finale saranno invitati ovviamente personalità di chiara notorietà nazionale, docenti esperti e docenti coinvolti attivamente nel progetto.
Nella sostanza, il percorso mira a creare una vera comunità di pratiche e a un miglioramento significativo del modo di pensare, di lavorare e di collaborare tra docenti, genitori, educatori e assistenti in un rapporto di crescita professionale interconnessa tra scuola e università. Con la realizzazione del progetto si punta a migliorare gli atteggiamenti del personale educativo nei confronti delle pratiche inclusive, a migliorare i rapporti di collaborazione tra docenti nella progettazione condivisa e a un sostanziale miglioramento del linguaggio inclusivo, riassumibili in cinque punti fondamentali: rimuovere le barriere all’apprendimento, eliminare le etichette, usare tecnologie inclusive, progettare per tutti, valorizzare le differenze.