MINACCIATI DALL’ESERCITO, IMPEGNATI IN MISSIONI SANITARIE: IL GRUPPO “AMICI DELLE MISSIONI SICILIA”, FONDATO DAL PEDIATRA RAMACCHESE ENRICO FERRO, È RIENTRATO DAL 20 ESIMO VIAGGIO IN GUINEA A SCOPO UMANITARIO
Dopo quasi un mese (23 giorni, per l’esattezza) il medico ramacchese Enrico Ferro e il suo gruppo di missionari di “Amici delle missioni Sicilia” sono rientrati dall’Africa. Nel continente, e precisamente nello stato della Guinea Bissau, i missionari hanno trascorso il loro ventesimo viaggio a scopo umanitario. E l’obiettivo, dunque, è stato quello di sempre: migliorare la qualità della vita delle persone in alcuni tra i villaggi e luoghi più poveri del mondo, dove ogni giorno è una lotta e ogni lotta la speranza di un giorno nuovo.
Il pediatra ramacchese Enrico Ferro ha compiuto il ventesimo viaggio umanitario in Guinea Bissau, insieme a tutti i missionari di Amici delle Missioni Sicilia, associazione da lui stesso fondata (per leggere tutto sui primi viaggi del gruppo e sulle missioni compiute in Africa clicca QUI). In quello Stato, il medico vi si reca infatti dai primi anni duemila, per aiutare gli abitanti dei villaggi. Aiutarli in cosa, ci si potrebbe chiedere? E sarebbe in tal caso una domanda dettata dalle abitudini ‘nebbiose’ proprie di un occidentalismo caratterizzato da un progresso sfrenato, abitudini che appunto nascondono la verità di qualcos’altro. Per esempio, quella verità inaccettabile e smisurata dell’estrema povertà che esiste ancora oggi. Una povertà che spinge chi la vive a lottare per avere un po’ d’acqua, per aprire un libro e conoscere… o per non morire anche di semplici infezioni che nell’altra parte del mondo, quella “progredita”, si possono curare attingendo ai flaconi nell’armadietto sopra il lavandino.
Lasciamo la parola al medico di Ramacca, che ancora stanco e provato dal viaggio ha rilasciato una dichiarazione riassuntiva a questa redazione.
«Sono al rientro dal ventesimo viaggio in Guinea Bissau – dice Enrico Ferro – Insieme ad altri colleghi, non solo sanitari, abbiamo passato 23 giorni in Guinea. Lo scopo è sempre umanitario, e quindi sempre volto alla realizzazione di progetti riguardanti la costruzione di pozzi e l’edificazione di scuole e di infermerie, nonché all’attività medica diretta, ossia svolgere visite nei vari villaggi dove ci portano i missionari delle diocesi. Eravamo attrezzati con otto grandi valige piene di farmaci, quindi abbiamo dato le medicine gratuitamente. Nonostante questo, ci siamo trovati sprovvisti rispetto ad alcune patologie che non avevamo francamente mai visto. C’è sempre da migliorare qualcosa. Ramacca è ormai conosciuta in Guinea, anche perché nel 2006 ha adottato il villaggio di Dungur, dove ci fanno sempre tanta festa. Lì la scuola che abbiamo edificato è cresciuta, e ci hanno chiesto ora di costruire anche altri padiglioni, quindi spero di sensibilizzare il Comune e le strutture per poter aiutare questo villaggio, che è uno dei più belli. Si fa tanto ma c’è sempre tanto da fare, perché la Guinea è una nazione povera. Da nove mesi c’è sciopero dei medici, perché non sono pagati, e gli ospedali sono chiusi. Anche le scuole sono chiuse, perché i professori non vengono pagati, e quindi la disperazione è totale. Per questo, le nostre visite sono state ancora più accettate. Siamo stati anche minacciati, perché con lo sciopero dei medici le nostre visite… Beh, ci siamo anche ritrovati l’esercito durante una missione, e abbiamo dovuto spiegare loro che siamo volontari. Ci hanno insomma “perdonato” il fatto che abbiamo svolto le visite medi. L’Africa è questo. Può essere un problema, ma ha anche il suo fascino».
Il sindaco, Nunzio Vitale, ha ricevuto qualche giorno fa Enrico Ferro al Municipio, poco dopo il rientro del medico dall’Africa.
«Come sindaco, io sono onorato per quello che il nostro concittadino fa, e per come sia riconosciuto il nostro paese. Questo è un segnale di grande attenzione nei confronti dei paesi meno fortunati dei nostri. Per noi, è motivo di grande orgoglio. Pertanto, a nome mio, ma di tutta la cittadinanza, ringrazio il dottore Enrico Ferro per quello che fa e per il modo in cui lo svolge».