(dal quotidiano La Sicilia di oggi, 27/08/2024) di Laura Distefano
Aspettano da quasi un mese di poter dare l’ultimo bacio al fratello. Il corpo di Giovanni Forte, ramacchese di 65 anni, è al reparto di medicina legale dell’ospedale Cannizzaro di Catania dal giorno della sua morte. Dal 30 luglio scorso. La procura etnea vuole vederci chiaro. A far accendere i radar della magistratura è stato lo stesso ospedale catanese che ha fatto un esposto. A cui poi si è aggiunta la denuncia alla polizia delle sorelle. Forte è deceduto infatti dopo un lungo e doloroso calvario cominciato il 29 aprile all’ospedale di Caltagirone per una lesione alla quinta vertebra cervicale. A Catania è arrivato il 13 giugno in condizioni disperate. Era in shock settico con una gravissima insufficienza respiratoria. Al Cannizzaro lo hanno prima stabilizzato e poi sottoposto a una delicata operazione di neurochirurgia. Il 65enne ha lottato un mese e mezzo, ma poi alle 11 del 30 luglio è arrivata la drammatica chiamata: «Giovanni non c’è più».
Le sorelle e la mamma sono arrivate al Cannizzaro per poter vedere il familiare ed è lì che hanno scoperto che il corpo era “sotto sequestro” per degli accertamenti investigativi. I parenti, assistiti dall’avvocato Enzo Di Benedetto, hanno presentano un esposto al Commissariato Borgo-Ognina di Catania. In tre paginette la lunga agonia di Giovanni. Forte il 29 aprile era in piazza a Ramacca, quando – forse a causa di un malore – è caduto all’indietro. Un’ambulanza del 118 lo ha portato al Pronto Soccorso del Gravina di Caltagirone, dove dopo un primo accesso lo hanno dimesso. I dolori erano atroci ed è tornato in ospedale lo stesso giorno. Stavolta è stato ricoverato per una lesione vertebrale-cervicale. Per due settimane è bloccato a letto: non può muovere alcun arto. Poi Forte il 15 maggio è stato trasferito al centro Santo Pietro per il percorso riabilititativo. La situazione è improvvisamente precipitata e il 65enne è trasportato con urgenza al Cannizzaro. «Gli stessi medici – si legge nell’esposto – riferivano in via informale di una possibile negligenza nella diagnosi e nelle cure» prestate a Caltagirone.
L’inchiesta ha portato a iscrivere nel registro degli indagati 24 persone, tra medici e operatori sanitari del Gravina e del Santo Pietro. L’accusa è omicidio colposo.
Oggi ci sarà il conferimento dell’incarico per accertamenti irripetibili da parte del pm Andrea Bonomo al medico legale Giuseppe Ragazzi, che già oggi eseguirà l’autopsia. I parenti di Giovanni hanno nominato come consulente di parte Maria Francesca Berlich. «Le mie assistite chiedono solo di sapere se ci siano state delle negligenze e chiedono giustizia per il fratello», commenta l’avvocato Di Benedetto.