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Consiglio comunale acceso: «Il progetto politico Bella Storia è finito. L’opposizione lascia l’aula dopo appena mezzora».

MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE NON TROVANO UN’INTESA SULLA NECESSITA’ DI ANNUNCIARE SUBITO LE DIMISSIONI. L’OPPOSIZIONE LASCIA L’AULA E LA SEDUTA VIENE RIMANDATA A DOMANI

Il consiglio comunale di oggi, 5 marzo 2025, è stato un consiglio acceso, che passerà forse alla storia della politica di Ramacca: tutta l’opposizione (i consiglieri Gravina, Barcellona, Di Mattia, Catania, Paglia e Marino) ha lasciato infatti l’aula ad appena mezzora dal consiglio comunale, non trovando un’intesa con la maggioranza sulla questione delle dimissioni e quindi dello scioglimento dell’organo consiliare ramacchese a seguito dei gravi fatti della scorsa settimana, tanto che la seduta è stata sospesa e rimandata a domani a causa della mancanza del numero legale dei consiglieri presenti per poter proseguire. Per tali ragioni, i punti all’ordine del giorno non stati trattati nella loro interezza.

Alla seduta era assente il presidente del consiglio Franco Nicolosi, e la consigliera Giovanna Paglia, di opposizione, ne ha fatto le veci per anzianità.

Il consigliere di opposizione Giosuè Catania ha esordito portando all’attenzione di tutti una comunicazione a nome dell’intera opposizione: «Questo è un consiglio sentitissimo. A nome dell’opposizione rappresentata da me, esprimiamo una netta dissociazione dai gravi fatti che hanno coinvolto sindaco e vicepresidente del consiglio. Nonostante questo, ci auguriamo che possano dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati, riponendo la massima fiducia nella magistratura. Con le dimissioni del sindaco – continua Catania – si sancisce la fine del vostro progetto politico comunale denominato Bella storia (si rivolge alla maggioranza – ndr). Considerato che la Giunta comunale non è più espressione o vostra espressione, per il bene del paese vi chiediamo di fare un passo indietro rassegnando le immediate dimissioni e ammettendo il fallimento del vostro progetto politico. Con la promessa che un minuto dopo presenteremo le nostre dimissioni come consiglieri di opposizione. È ora di dare parola ai cittadini». E ancora, poco dopo: «Approviamo i punti all’ordine del giorno e poi dimettiamoci. Le nostre dimissioni seguiranno le vostre, che erano annunciate già stamattina ma che non sono ancora arrivate».

La consigliera Valentina Aparo, che insieme a Solennità fa parte del gruppo del Pd in seno al consiglio, ha dichiarato: «Ognuno deve fare la propria parte, le forze politiche e le istituzioni in particolare devono rifiutare ogni ambiguità, tenendo alta la soglia dell’attenzione e rifiutando in particolare ogni tipo di dialogo con ambienti criminali. Al netto dell’inchiesta giudiziaria, che farà il proprio corso, sul piano strettamente politico riteniamo che l’esperienza amministrativa del Comune di Ramacca debba ritenersi conclusa, e auspichiamo un rapido ritorno al voto dopo la necessaria opera di bonifica. Personalmente provo un senso di sconforto perché, quando ho pensato di candidarmi, mai avrei creduto che sarei stata fagocitata in una vicenda così pesante e drammatica, lontanissima da ciò in cui credo. Dopo le dimissioni del sindaco, che daranno seguito all’arrivo del commissario e allo scioglimento della Giunta, riteniamo che sia opportuno che anche il consiglio prenda atto della fine dell’esperienza politico amministrativa».

Il Pd, dunque, nelle persone di Aparo e Solennità, si dimette dal consiglio comunale. Il capogruppo Pino Solennità ha inoltre dichiarato: «Siamo stati presi nel sonno da questa vicenda. Ma siccome il partito democratico è stato chiamato in causa, ritengo di dover dire che Nunzio Vitale non è tesserato nel Partito già da diversi anni. Il Pd ha quindi le carte in regola per poter andare a casa e promuovere nuove elezioni».

«Questa non è un’aula di tribunale – dichiara invece la consigliera di maggioranza Giusi Stefania Arena – Diciamo no alla mafia e sì alla magistratura, ma non è questo il luogo per fare certe dichiarazioni».

Il consigliere Barcellona, in opposizione dall’ultima seduta: «Siamo uniti e compatti per la città e agli ultimi atti che si devono concretizzare. Ma vogliamo sapere, come opposizione, prima di finire il consiglio, se voi avete intenzione di dimettervi oppure no. Se decidete, noi siamo disposti a fornirvi il numero legale. Non ci assumiamo le responsabilità di votare nessun atto. Nella misura in cui non siete chiari, noi ci alziamo e ce ne andiamo».

IL MOMENTO IN CUI L’OPPOSIZIONE LASCIA L’AULA CONSILIARE

«Abbiamo le intenzioni di dimetterci, ma prima è doveroso portare a termine il consiglio comunale e fare in modo che gli uffici abbiano tutto il materiale per proseguire con il loro lavoro – dichiara la consigliera di maggioranza Irene Giandinoto – Mancano dei consiglieri, noi non possiamo parlare per loro».

Richiamando diverse volte una riunione di capigruppo svoltasi nei giorni scorsi, e allargata poi a tutti i consiglieri, maggioranza e opposizione non trovano comunque un accordo, e pertanto la seduta, prima posticipata di un’ora, è stata rimandata a domani alle 19.00.

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