LA RESTANTE MAGGIORANZA SI DIMETTE IN BLOCCO. IL COMUNE AFFIDATO PRESTO A UN COMMISSARIO. NON SI ESCLUDE UNA COMMISSIONE PREFETTIZIA PER IL CONSIGLIO. POSSIBILI ELEZIONI AMMINISTRATIVE ENTRO L’ANNO
Le sorti del Comune di Ramacca, dopo le dimissioni di “quasi” tutti i consiglieri, sono ancora politicamente incerte. Andiamo intanto ai fatti. Questo pomeriggio, i consiglieri di maggioranza Arena, Di Fini, Di Gregorio, Di Liberto, Giandinoto e Ferro hanno comunicato le loro dimissioni (protocollare oggi) da consiglieri comunali (la consigliera Ferro non era presente alla comunicazione trasmessa sui social ma Giandinoto ha dichiarato di farsi portavoce anche per lei), dimissioni che si aggiungono così a quelle già date dai consiglieri sempre di maggioranza Aparo e Solennità, dal presidente del consiglio comunale, Francesco Nicolosi, nonché dall’opposizione: Barcellona, Catania, Paglia, Gravina, Di Mattia e Marino.

«Le nostre dimissioni – dichiara Irene Gandinoto a nome di tutti gli altri cinque consiglieri – non sono il frutto di un fallimento politico, di incertezza e di paura, né tantomeno dalle pressioni indotte dalla minoranza. Abbiamo deciso in assoluta autonomia. I fatti occorsi ci hanno spinto a questa scelta, impensabile fino a qualche settimana fa e presa non a cuor leggero. Avremmo voluto continuare per i cittadini, a cui siamo grati per l’opportunità. Tuttavia siamo giunti a una nuova fase amministrativa. Il nostro progetto politico non è finito, ma interrotto da fatti che esulano dalla nostra volontà: una vicenda giudiziaria che ci ha coinvolti tutti in modo inaspettato. Le nostre dimissioni non rappresentano una fuga da responsabilità, ma un atto di serietà e rispetto».
A rimanere, di fatto, ancora consigliere è il vicepresidente Fornaro, sospeso dal Prefetto ma non dimissionario.
La situazione del Comune è dunque aperta ai prossimi eventi: la nomina certa di un Commissario, che acquisirà le funzioni di sindaco e Giunta, e che sarà a breve nominato dall’Assessorato agli Enti locali; e quelli, possibili, o di un’assunzione per il commissario delle funzioni anche del Consiglio comunale o dell’intervento di una commissione prefettizia qualora dovessero essere compravate eventuali infiltrazioni mafiose da bonificare. Di fatto, l’organo consiliare non può dichiararsi sciolto (anche se non ci sono più le condizioni per convocarlo) perché le dimissioni dei vari consiglieri non sono state protocollate in maniera contestuale. Lo scioglimento avverrà qualora non si presentino le condizioni per una compensazione degli uscenti con un ulteriore scorrimento delle liste, scorrimento che è possibile ma che deve tenere conto, naturalmente, della volontà da parte di ogni persona chiamata in carica a costituirsi parte del consiglio.
L’Assessorato, dunque, tenendo conto delle indagini in corso, valuterà se affidare il Comune di Ramacca a un unico commissario.
In merito alle elezioni, inoltre, qualora non venissero riscontrate infiltrazioni in consiglio e dunque la conseguente opera di bonifica, potrebbe essere già anticipate a maggio o ad ottobre.