Un cucciolo aggredito, un altro cane sottratto ai comportamenti violenti di alcuni residenti, la zampa mutilata di un animale in un sacco e, in ultimo, martedì, un cane “misteriosamente” morto, ma sulla cui fine il sospetto di avvelenamento è forte. È questo il bilancio delle ultime vicende verificatesi a Ramacca negli ultimi giorni, vicende che testimoniano la civiltà apparente e distorta di alcuni cittadini.
Facciamo un riepilogo dei fatti. La sera di Halloween, stando alla testimonianza di due adolescenti, un gruppo di quattro ragazzi, tra i 14 e i 17 anni, si è accanito contro un povero cucciolo all’interno del parco Wagner. Sentendone i guaiti, i due adolescenti si sono avvicinati e il gruppo, che circondava il cucciolo, si è dato subito alla fuga senza farsi vedere in faccia. Il cane viene dunque salvato, e gli accertamenti medici svolti dimostrano che con ogni probabilità è stato preso a calci, come indicano il femore spezzato di netto, i gonfiori all’addome e persino un buco.
Una cagnolina è stata poi minacciata di morte da alcuni residenti del quartiere Burgo, a detta dei quali il cane abbaiava e inseguiva i bambini (meritando dunque “giustamente” di essere ammazzato). Altre volte il cane era stato anche inseguito con un bastone. I volontari hanno dovuto trasferirlo in sicurezza in un rifugio.
Di recente, ancora, un cane è stato avvelenato e salvato in extremis dai volontari.
L’ultimo fatto risale invece a tre giorni fa. La scorsa settimana i volontari hanno ricevuto una segnalazione da parte della Polizia municipale per un cane, sembrerebbe affetto da rogna, la cui presenza infastidiva i frequentanti di contrada Casitte, zona leggermente periferica in cui sorge anche la sede del Com (che da giorni è più frequentata perché ospita alcuni uffici comunali). Ebbene, la polizia municipale ha chiesto ai volontari di recuperare il cane e metterlo in sicurezza a seguito di alcune lamentele. Dopo appena quattro giorni, però, il cane è stato trovato morto, e le circostanze (espressione del volto e posizione del corpo) fanno pensare a un probabile avvelenamento.
Solo l’intervento della polizia municipale potrà consentire di fare un po’ di luce sui sospetti espressi dai volontari. Bisognerebbe accertare intanto il possibile avvelenamento con l’intervento dell’Asp, e proseguire poi magari interrogando chi ha inizialmente espresso le lamentele, cominciando così a sgretolare quello spesso muro di indifferenza e di omertà che è stato eretto.
La sensibilizzazione, purtroppo, non sembra giungere là dove il terreno per il progresso civile è già arido in partenza.