Dalle 7 di domani mattina e fino alle 22, e lunedì dalle 7 alle 14, le urne saranno aperte per la prima giornata di votazioni a Ramacca e a Libertinia. I 10.698 elettori del Comune potranno recarsi nei seggi disposti in 12 sezioni per esprimere il proprio voto e decidere così l’elezione del nuovo sindaco e del nuovo Consiglio comunale. Una scelta che, in questo turno elettorale, avrà sicuramente un peso maggiore rispetto forse agli anni precedenti. Nelle urne i cittadini riporranno infatti le speranze di un futuro ormai decisivo per Ramacca e, in particolar modo, per tutti i giovani che abitano.
Lo sanno i cinque candidati a sindaco, che negli ultimi giorni hanno illustrato per bene i loro programmi elettorali, ma soprattutto lo sanno i cittadini: per Ramacca è giunto il momento di mettersi seriamente sulla strada dello sviluppo. Dallo stato in cui versa al momento il paese, e dagli umori raccolti sentendo parlare la gente, il Comune è ormai a un bivio, e una di queste strade è quella di una decadenza con conseguente spopolamento del territorio. Un rischio reale e palpabile, che coinvolge tutte le famiglie e i tanti giovani che ancora oggi, nonostante le difficoltà scelgono di abitare a Ramacca e di scommettersi nel luogo in cui vivono. Per tali ragioni, Teresa Corallo, Giuseppe Limoli, Nunzio Vitale, Salvatore Albelice e Giuseppe Lanzafame, i cinque candidati, si sono fatti carico in questo turno elettorale di una responsabilità considerevole, che i cittadini confermeranno per uno soltando di loro.
A Ramacca si voterà in 11 sezioni (la dodicesima è aperta a Libertinia) divise in tre plessi, quello della scuola di via Archimede e gli altri due, A e B, nel plesso centrale del “De Cruyllas”, in viale Libertà. Come già detto, i seggi saranno aperti domani dalle 7 alle 22, e lunedì dalle 7 alle 14. Dopo, comincerà lo spoglio. Nei Comuni con meno di quindicimila abitanti le elezioni si svolgono secondo il sistema maggioritario (clicca QUI per apprendere come si vota). Il primo sindaco eletto porterà con sé 11 dei 16 consiglieri della propria lista. Il resto, l’un terzo, verrà estrapolato dalla coalizione del sindaco arrivato secondo, il quale tra l’altro è proclamato esso stesso consigliere, oppure dalla lista che otterrà il 50 per cento dei voti più uno.
Dopo l’insediamento, la prima occupazione del nuovo sindaco eletto dovrà essere probabilmente quella di mettersi all’opera insieme a tutti gli uffici per avviare una volta per tutte l’annoso e insostenibile problema idrico verso una soluzione definitiva. Lo richiedono a gran voce i cittadini, che ancora oggi si ritrovano senza acqua a causa dell’ennesimo guasto alla condotta idrica. Le tubature di questo sistema sono in infatti in pessimo stato e l’acqua si perde strada facendo dal pozzo di Militello fino a Ramacca. Un problema che diventa quasi continuo nei periodi in cui il consumo di acqua è più elevato.
Il conto da saldare con il territorio è insomma salato, nei termini dell’impegno costante che spetta alla nuova classe dirigente comunale. Quasi parallalemente alla crisi idrica, altri problemi hanno messo radici profonde nel territorio. La nostra redazione lo ha sentito
Il ramacchese Pietro Fede si esprime così: «A tutti i candidati chiederei di abbassare un po’ i toni, soprattutto in questo periodo di difficoltà dovuto alla pandemia, e di essere più uniti. Chiedo a loro di impiegare al massimo le capacità politiche e umane che hanno per cercare di aiutarci nell’attraversare questo momento molto difficile. Capisco che è sempre una competizione, ma nei comizi ho ascoltato troppi dibattiti e polemiche. Al futuro sindaco chiedo quindi di porre ancora di più l’attenzione, subito dopo l’insediamento, alla campagna vaccinale. La salute viene prima di ogni cosa. Successivamente, si deve pensare all’economia locale, magari organizzando un tavolo di confronto con tutti
gli artigiani e con i piccoli e medi imprenditori, per pianificare un programma di sviluppo economico».
Nino Cucuzza sostiene invece: «Cinque anni fa si parlava di rifare le strade, ma le buche sono tutte qua. Si parlava di rifare l’impianto elettrico, ma il paese è metà al buio e metà illuminato. Fra tutto quello che ho sentito c’è comunque poco di nuovo, più che altro sono cose trite e ritrite. Non mi che pare ci sia una progettualità definitiva. Non riesco a vedere molte possibilità, tranne qualcosa in un paio di candidati».
Un altro giovane cittadino, Andrea Battiato, ritiene: «Occorre investire subito sull’agricoltura. Il nostro territorio è uno dei più grandi per estensione e per terreni coltivabili. Tanti giovani potrebbero essere riassorbiti e dedicarsi al lavoro agricolo».
Elettori ed eletti dovranno insomma collaborare per ridare una possibilità a un territorio che, senza giri di parole, se la merita.